29 settembre 2005
L'elogio dell'ombra, di Junikiro Tanizaki
Sia giammai che voglio farmi ganzo con gli scritti di altri; quindi lo dico subito che il testo che riporto sotto non è mio, ma di Matteo. Siccome ora, impegnato come sono con la tesi tempo ne ho poco, soprattutto per leggere e commentare libri. Sono quindi lieto di presentarvi, sìore e sìori, in esclusiva su sunday-driver, la recensione “L’ Elogio dell’ Ombra”, di Junikiro Tanizaki, che per quanto mi consta è stato pubblicato in Italia da Guanda. È arrivato come commento, ma merita di essere postato, almeno si fa vedè che c’è anche un po’ di ‘urtura. Libro d’ Ombra di Junikiro Tanizaki, rititolato L’ Elogio dell’ Ombra per non confonderlo con un lavoro omonimo di J. Luis Borges, (casomai vi venga voglia di cercarlo in biblioteca) é stato definito un saggio sulla civiltá giapponese degli anni appena precedenti alla seconda Guerra mondiale. Vi si loda (come suggerisce il titolo) non solo l’ombra, come essenza in contrapposizione alla luce e al bagliore, ma anche molti degli usi e costumi giapponesi che giá al tempo in cui Mr. Tanizaki scriveva stavano soccombendo all’ occidentalizzazione (e su questo punto il libro é molto attuale). Sopratutto degno di nota é il capitolo sui gabinetti ai quali Junikiro attribuisce un’ importanza quasi trascendentale: per il nostro scrittore “solo il gabinetto giapponese é interamente concepito per il riposo dello spirito.[…]E’ bello, lá, accovacciarsi nel lucore che filtra dallo shoji (parete di carta, n.d.r.), e fantasticare, e guardare il giardino. Tra i sommi piaceri dell’ esistenza Natsume Soseki annoverava le evacuazioni mattutine (..questo mi sembra un pensiero giá espresso dai latini): piacere fisiologico, che solo nel gabinetto alla giapponese (aridaje..), fra lisce pareti di legno dalle sottili venature, mirando l’azzurro del cielo e il verde della vegetazione, si puó assaporare fino in fondo (peró, meditativi questi giapponesi)”. Ovviamente vi deve essere anche un silenzio cosi profondo che sia possibile udire il ronzio delle zanzare ( i pinzi sulle chiappe poi, sono una goduria) e il gocciolare della pioggia e “Qui (nei gabinetti della regione di Tokyo) conviene, piú che altrove, tendere l’orecchio a stridii di insetti o a canti di uccelli, e godere del chiaro di luna; qui é delizioso gustare melanconicamente I segni fuggitivi delle quattro stagioni. Quanti autori di haiku devono aver trovato, alla latrina, il tema dei loro versi!” (e non sono sicuro che sia un complimento!) Per Tanizaki gli Occidentali ritengono il gabinetto un locale “sconveniente” di cui neanche parlano (in effetti c’é poco da dire). L’unico difetto del bagno giapponese é la lontananza dalla casa: infatti, in inverno non puó essere tanto piacevole recarvisi ma “secondo una sentenza del poeta Saito Ryoku, “l’eleganza é fredda”, e dunque la temperature dei gabinetti, pressappoco uguale a quella esterna, potrebbe essere intesa come un tocco di raffinatezza in piú”; eccoci serviti noi occidentali che immergiamo le nostre latrine “in un clima caldo - umido, opprimente e sgradevole”. Che dire poi della pulizia: piastrelle bianche e scarico dell’acqua hanno fatto il loro ingresso a scapito di eleganza e contatto con la natura; “Sotto una luce crudele, fra quattro mura di abbagliante candore, é difficile abbandonarsi a quel “piacere fisiologico”di cui parlava Natsume Soseki.[… ]E tuttavia, ci si puó chiedere se sia opportuno illuminare a giorno la cosa bruna che il nostro corpo espelle. […] Mi pare disdicevole che un chiarore meridiano e corrusco colmi i luoghi di cui vado parlando”. Quindi, dopo questa interessante dissertazione, il nostro autore chiude con l’arredamento del suo bagno: ha scelto sanitari moderni ma ha rifiutato le piastrelle. Per la tazza avrebbe preferito quella di legno, magari tirato a cera che “acquista col tempo opache tonalitá, e quel fascino della stagionatura che placa inesplicabilmente i nervi agitati. D’altronde, per quietare i nervi, la cosa piú acconcia sarebbe la tazza a forma di fiore che chiamano “Campanula”: é di legno, e deve essere riempita con freschi rametti di cedro, profumati, belli a vedersi, utili ad attutire gli scrosci”.
Posted by .:[sundaydriver]:. ::
2:39 PM ::
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