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.:[sunday driver]:.onde concentriche di idee che si propagano con impulsi elettrici...discussioni a distanza...guidando piano per godersi il paesaggio...lasciando che da dietro suonino i clacson 28 settembre 2005...jamàs serà vencido...El pueblo unido. O ognuno di noi. Devo rispondere, e da blogger del mio cazzo di blog me ne arrogo il sacrosanto diritto. Rispondo con un post a un commento al post precedente. Per cui , se volete capire meglio andatevelo a leggere. . Quello che sembrerà strano è che non devo fare una risposta incazzata. Devo ringraziare. Ma anche puntualizzare. Non contesto il lavoro privato: è l'unico modo per sviluppare una meritocrazia. E la meritocrazia è vangelo; solo che non esiste nel pubblico, nel privato, nel parastatale. Tutto è improntato alla convenienza. E tu, commentatrice, lo sai meglio di me. E' la dura legge del bizniss. Vali quel che vali finchè fai comodo, poi "sei troppo qualificato". (Pensi che 'un me la son mai sentita dì cotesta?) Non contesto far fare soldi a qualcuno: basta che sia retribuito proporzionalmente. Ti faccio guadagnare 10? Dammi 1. 20? Dammi 2. Tu hai messo su la baracca, io te la mando avanti, non c'è problema. Il volo lo spicco ogni mattina che mi alzo dal letto, ogni sera che ci vado, ogni volta che parlo con qualcuno che mi insegna qualcosa, e tutti insegnano qualcosa. Fosse altro a riconoscere una testa di cazzo quando la vedi passare. Pare poco? Libertà e partecipazione: uniquqe est faber suae ipsae fortunae, quindi sì, partecipare fino in fondo, credere nelle scelte e negli impegni che ti sei preso. Ma anche in cose più grandi. Trovando la maniera di sfruttare la propria intelligenza per far capire che in questo mondo qualcosa non va. Rimanesse pure a livello puramente dialettico fra dieci amici che si prendono la briga di leggere questo blog. Ma questi dieci ne parlano a altri dieci. E dieci. La libertà e pensare e poter comunicare, senza censura. Ragazzi, io non sono sovversivo, ma in Cina per le cose che ho scritto su queste pagine mi avrebbero già arrestato. Allora facciamoci i conti in tasca. Vediamo cosa abbiamo prima di piangere per quello che non abbiamo. Se abbiamo qualcosa da dire, diciamolo. Io ho trovato questa forma, il blog, internet, la grande rete che è come il mondo normale: se non sai farti vedere, comunque non ti caa nessuno. E' un' ottima forma di comunicazione, ma le cose buttate lì non servono a nulla; alla fine non conta un cazzo, il blog o la chiacchierata da briai al bar, possono essre al massimo uno stimolo; stimolo per me che scrivo, che leggo quello che scrivono gli altri, per voi che leggete e swcrivete. Ma alla fine quel che conta è quello che tiri fuori nella vita reale: e allora bisogna PARTECIPARE per NON SUBIRE. (bello il verbo subire, latinismo perfetto, sub ire, andare sotto). L'Alpino, che mi messaggia pieno di vino, dice che siamo sovversivi dentro. Forse è vero. Ma siamo ancora tutti noi lungi dal dimostrarlo. A sorè, crepi sto lupo! Tanto la tesi l'ho quasi finita e poi qualcosa dovrà pur succedere...per ora sono sempre andato io incontro alla vita...e continuerò a farlo, per carità, ma dé, un cenno di cordialità da parte del destino, tirare fuori un pacchetto bono, una volta tanto (o un'altra volta), sarebbe mica male. AD MAIORA! |
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Das Leben ist ganz zu kurz, um schlechten Wein zu trinken
J.W. von Goethe