.:Frase del giorno:.

...Michele Novaro incontrò Mameli e insieme scrissero un pezzo tutt'ora in voga...
(Rino Gaetano)

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29 settembre 2005

L'elogio dell'ombra, di Junikiro Tanizaki

Sia giammai che voglio farmi ganzo con gli scritti di altri; quindi lo dico subito che il testo che riporto sotto non è mio, ma di Matteo. Siccome ora, impegnato come sono con la tesi tempo ne ho poco, soprattutto per leggere e commentare libri. Sono quindi lieto di presentarvi, sìore e sìori, in esclusiva su sunday-driver, la recensione “L’ Elogio dell’ Ombra”, di Junikiro Tanizaki, che per quanto mi consta è stato pubblicato in Italia da Guanda.

È arrivato come commento, ma merita di essere postato, almeno si fa vedè che c’è anche un po’ di ‘urtura.

Libro d’ Ombra di Junikiro Tanizaki, rititolato L’ Elogio dell’ Ombra per non confonderlo con un lavoro omonimo di J. Luis Borges, (casomai vi venga voglia di cercarlo in biblioteca) é stato definito un saggio sulla civiltá giapponese degli anni appena precedenti alla seconda Guerra mondiale. Vi si loda (come suggerisce il titolo) non solo l’ombra, come essenza in contrapposizione alla luce e al bagliore, ma anche molti degli usi e costumi giapponesi che giá al tempo in cui Mr. Tanizaki scriveva stavano soccombendo all’ occidentalizzazione (e su questo punto il libro é molto attuale).
Sopratutto degno di nota é il capitolo sui gabinetti ai quali Junikiro attribuisce un’ importanza quasi trascendentale: per il nostro scrittore “solo il gabinetto giapponese é interamente concepito per il riposo dello spirito.[…]E’ bello, lá, accovacciarsi nel lucore che filtra dallo shoji (parete di carta, n.d.r.), e fantasticare, e guardare il giardino. Tra i sommi piaceri dell’ esistenza Natsume Soseki annoverava le evacuazioni mattutine (..questo mi sembra un pensiero giá espresso dai latini): piacere fisiologico, che solo nel gabinetto alla giapponese (aridaje..), fra lisce pareti di legno dalle sottili venature, mirando l’azzurro del cielo e il verde della vegetazione, si puó assaporare fino in fondo (peró, meditativi questi giapponesi)”.
Ovviamente vi deve essere anche un silenzio cosi profondo che sia possibile udire il ronzio delle zanzare ( i pinzi sulle chiappe poi, sono una goduria) e il gocciolare della pioggia e “Qui (nei gabinetti della regione di Tokyo) conviene, piú che altrove, tendere l’orecchio a stridii di insetti o a canti di uccelli, e godere del chiaro di luna; qui é delizioso gustare melanconicamente I segni fuggitivi delle quattro stagioni. Quanti autori di haiku devono aver trovato, alla latrina, il tema dei loro versi!” (e non sono sicuro che sia un complimento!)
Per Tanizaki gli Occidentali ritengono il gabinetto un locale “sconveniente” di cui neanche parlano (in effetti c’é poco da dire). L’unico difetto del bagno giapponese é la lontananza dalla casa: infatti, in inverno non puó essere tanto piacevole recarvisi ma “secondo una sentenza del poeta Saito Ryoku, “l’eleganza é fredda”, e dunque la temperature dei gabinetti, pressappoco uguale a quella esterna, potrebbe essere intesa come un tocco di raffinatezza in piú”; eccoci serviti noi occidentali che immergiamo le nostre latrine “in un clima caldo - umido, opprimente e sgradevole”.
Che dire poi della pulizia: piastrelle bianche e scarico dell’acqua hanno fatto il loro ingresso a scapito di eleganza e contatto con la natura; “Sotto una luce crudele, fra quattro mura di abbagliante candore, é difficile abbandonarsi a quel “piacere fisiologico”di cui parlava Natsume Soseki.[… ]E tuttavia, ci si puó chiedere se sia opportuno illuminare a giorno la cosa bruna che il nostro corpo espelle. […] Mi pare disdicevole che un chiarore meridiano e corrusco colmi i luoghi di cui vado parlando”.
Quindi, dopo questa interessante dissertazione, il nostro autore chiude con l’arredamento del suo bagno: ha scelto sanitari moderni ma ha rifiutato le piastrelle. Per la tazza avrebbe preferito quella di legno, magari tirato a cera che “acquista col tempo opache tonalitá, e quel fascino della stagionatura che placa inesplicabilmente i nervi agitati. D’altronde, per quietare i nervi, la cosa piú acconcia sarebbe la tazza a forma di fiore che chiamano “Campanula”: é di legno, e deve essere riempita con freschi rametti di cedro, profumati, belli a vedersi, utili ad attutire gli scrosci”.


Posted by .:[sundaydriver]:. :: 2:39 PM :: 2 Comments:

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Risultati ultimo sondaggio

Plebiscito per la risposta numero 2. Il 100% dei votanti dice che il Vaticano se deve fà li cazzi sua, opinione che condivido in pieno.

Posted by .:[sundaydriver]:. :: 2:38 PM :: 0 Comments:

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28 settembre 2005

...jamàs serà vencido...

El pueblo unido. O ognuno di noi. Devo rispondere, e da blogger del mio cazzo di blog me ne arrogo il sacrosanto diritto. Rispondo con un post a un commento al post precedente. Per cui , se volete capire meglio andatevelo a leggere. . Quello che sembrerà strano è che non devo fare una risposta incazzata. Devo ringraziare. Ma anche puntualizzare.
Non contesto il lavoro privato: è l'unico modo per sviluppare una meritocrazia. E la meritocrazia è vangelo; solo che non esiste nel pubblico, nel privato, nel parastatale. Tutto è improntato alla convenienza. E tu, commentatrice, lo sai meglio di me. E' la dura legge del bizniss. Vali quel che vali finchè fai comodo, poi "sei troppo qualificato". (Pensi che 'un me la son mai sentita dì cotesta?)
Non contesto far fare soldi a qualcuno: basta che sia retribuito proporzionalmente. Ti faccio guadagnare 10? Dammi 1. 20? Dammi 2. Tu hai messo su la baracca, io te la mando avanti, non c'è problema.
Il volo lo spicco ogni mattina che mi alzo dal letto, ogni sera che ci vado, ogni volta che parlo con qualcuno che mi insegna qualcosa, e tutti insegnano qualcosa. Fosse altro a riconoscere una testa di cazzo quando la vedi passare. Pare poco?
Libertà e partecipazione: uniquqe est faber suae ipsae fortunae, quindi sì, partecipare fino in fondo, credere nelle scelte e negli impegni che ti sei preso. Ma anche in cose più grandi. Trovando la maniera di sfruttare la propria intelligenza per far capire che in questo mondo qualcosa non va.
Rimanesse pure a livello puramente dialettico fra dieci amici che si prendono la briga di leggere questo blog. Ma questi dieci ne parlano a altri dieci. E dieci. La libertà e pensare e poter comunicare, senza censura. Ragazzi, io non sono sovversivo, ma in Cina per le cose che ho scritto su queste pagine mi avrebbero già arrestato.
Allora facciamoci i conti in tasca. Vediamo cosa abbiamo prima di piangere per quello che non abbiamo. Se abbiamo qualcosa da dire, diciamolo.
Io ho trovato questa forma, il blog, internet, la grande rete che è come il mondo normale: se non sai farti vedere, comunque non ti caa nessuno. E' un' ottima forma di comunicazione, ma le cose buttate lì non servono a nulla; alla fine non conta un cazzo, il blog o la chiacchierata da briai al bar, possono essre al massimo uno stimolo; stimolo per me che scrivo, che leggo quello che scrivono gli altri, per voi che leggete e swcrivete. Ma alla fine quel che conta è quello che tiri fuori nella vita reale: e allora bisogna PARTECIPARE per NON SUBIRE. (bello il verbo subire, latinismo perfetto, sub ire, andare sotto). L'Alpino, che mi messaggia pieno di vino, dice che siamo sovversivi dentro. Forse è vero. Ma siamo ancora tutti noi lungi dal dimostrarlo.
A sorè, crepi sto lupo! Tanto la tesi l'ho quasi finita e poi qualcosa dovrà pur succedere...per ora sono sempre andato io incontro alla vita...e continuerò a farlo, per carità, ma dé, un cenno di cordialità da parte del destino, tirare fuori un pacchetto bono, una volta tanto (o un'altra volta), sarebbe mica male.
AD MAIORA!

Posted by .:[sundaydriver]:. :: 3:41 AM :: 2 Comments:

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27 settembre 2005

Libertà e ipocrisia, non necessariamente in questo ordine ma soprattutto in senso molto lato

Strana sensazione notturna. La prima notte completamente da solo in questa casa dopo un sacco di tempo, con uno solo dei cani rimasto a difendere l’avamposto. Cambio le lenzuola con quelle fresche, di bucato, che mia madre ha lasciato nel terzo cassetto. E metto su il coltrone, che fa freddo, o quasi, e il mio letto è particolarmente freddo da stasera, ora che anche P. è dovuta partire. Per scaldare il corpo basta una coperta in più, per scaldare il cuore non sempre basta un bicchiere. Ci rivedremo fra pochi giorni, e sarà di nuovo un'altra città, un letto diverso da scaldare, altre lenzuola prese da altri cassetti di altre persone da mettere su…
Scrivo, scrivo…che scrivo? L’ipocrisia della tesi di laurea, detta ora “elaborato o dissertazione finale”, tesi…i miei nervi, anche, sono un po’ tesi ma non più di tanto; una tesi presuppone una ipotesi e una dimostrazione. Forse lo sto facendo senza rendermene conto. Tanto vale quanto un giornale, poi nessuno la rilegge più, nemmeno io, questa tesi…vale un titolo accademico svalutato, e per conseguirlo scrivo domani il giornale di oggi, profondo le mie energie in un testo ipocritamente inutile ma che deve certificare che sum dignus.
Eppure il silenzio di questi dintorni mi conforta, sapermi isolato dal resto del rumore quotidiano, eppure sempre presente dove e quando necessiti. Spero solo che necessiti il meno possibile. Spero solo che arrivi presto novembre, almeno allora potrò sperare che arrivi presto un’altra data per raggiungere un altro obiettivo o crearmi un altro sogno. Che poi secondo me è questa la libertà: darti i tempi per crearti i sogni, raggiungere le cose che rincorri magari dopo anni di paziente attesa, in cui hai accantonato, lottato, voluto, amato; sei caduto, sei stato ripudiato, ti è stata tesa una mano per alzarti, oppure l’ultimo calcio negli stinchi ti ha fatto venire la voglia di reagire.
Non so perché ma è tutta la sera che ce l’ho in mente, ve la ricordate? Era di Giorgio Gaber:

“La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.”

Buonanotte.


Posted by .:[sundaydriver]:. :: 1:45 AM :: 2 Comments:

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21 settembre 2005

Appello ambientale

Leggo sul blog di Grillo una notizia che già si era diffusa qualche tempo fa, ma che ora sta nuovamente diventando attuale.
Premetto subito che riguarda la città di Milano, e che Milano mi fa caà, ma siccome ho degli amici che ci vivono e ogni tanto mi capita di andarci, il problema mi interessa. Per cui ho deciso, anche perchè ho una mezz'oretta libera da passare al computer, a tediarvi con questa questione e a chiedere il vostro supporto.
Allora. In quella brutta città piena di fighetti, industrialotti, rampanti giovani manager e merda varia, sopravvive fin oggi, in una zona centrale, un bosco.
Vi riporto quello che dice Grillo, che lo ha tratto dal sito che si occupa della difesa di quest'area, che, vi anticipo subito, il comune ha deciso di radere al suolo.

“Il bosco di Gioia è una superficie di più di 10.000 mq con 200 piante d'alto fusto (magnolia, faggio, platano, leccio, tiglio, carpino, olmo, abete, quercia rossa, cedro...) fra cui esemplari di 50, 60, 70 anni. Si trova nel centro di Milano tra via Melchiorre Gioia e via Galvani. La Regione Lombardia, in accordo con il Comune di Milano, ha in programma di radere al suolo il bosco per fare posto agli edifici nel Nuovo Polo Regionale.”(da www.boscodigioia.it)

Allora quello che si chiede, visto che le petizioni sono finora rimaste inascoltate dalle autorità competenti, di perdere 5 minutini di tempo per farci sentire. Magari anche chi, bon per lui, a Milano non ci va mai e non ha intenzione di farlo.

Cliccate sugli indirizzi qui sotto, si aprirà la pagina per comunicare elettronicamente con questi loschi figuri. Il testo che ho inserito io come messaggio, che se volete potete copincollare così fate prima è il seguente:

Gli indirizzi sono:

Gabriele Albertini, Sindaco di Milano
Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia
Filippo Penati, presidente della Provincia di Milano

Un possibile testo è:

Egregio sindaco, egregio presidente,

con la presente aderisco all'iniziativa di protesta contro l'abbattimento del bosco di gioia, invitandola a tener maggior conto delle pressanti richieste formulatele dai suoi concittadini e al contempo a individuare altra idonea località per la costruzione del polo regionale, evitando così uno scempio ecologico.

Distinti saluti,

BN

Per chi vuole si puo anche scaricare la petizione, raccogliere le firme fra amici e parenti e spedirla. Questo è il link della petizione.

Damose da fà, che a volte serve.

Posted by .:[sundaydriver]:. :: 5:25 PM :: 3 Comments:

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Eurostar

Ah, che figata la tecnologia. Gli Eurostar hanno anche le prese elettriche e ci collego il computer. Scrivo un po’ di tesi, ma ho voglia di buttare giù qualcosa di mio. Il tramonto sulla pianura padana è quasi lirico, con lo smog arancione in lontananza e le nubi basse sull’orizzonte. Vecchi cascinali abbandonati in mezzo ai campi e fabbrichette nuove di zecca sfilano fuori dal finestrino mentre viaggio verso Udine per l’ultimo esame prima della sospirata laurea. Un’altra toccata e fuga, giusto il tempo di sistemare un po’ di burocrazie e incontrare qualche amico e sarò di ritorno, ma due giorni di stacco da casa non fanno male. Poi, stranamente, il viaggio è comodo e tutto sta andando bene. Vicino a me un prete dall’aria serena prega, breviario alla mano, e un industrialotto veneto maledice la stradale che gli ha tolto la patente: il treno va bene per quelli che leggono, dice, a mi lezer me fa venir lo schifo. Chissà cosa pensa di me, mentre mi osserva torvo dai suoi baffoni, che ora leggo e ora digito convulsamente sulla tastiera del portatile. E chissà cosa pensa il prete delle coppie di fatto, o meglio della ultima sparata di Ruini.
Già, più ci penso più m’incazzo. Ho letto l’articolo della Mafai su Repubblica di oggi e lo condivido in pieno. Quasi. Con tutto questo parlare di terrorismo islamico, con tutte le insicurezze dovute all’attuale situazione del mondo, la chiesa mercantesca e marchettara ne approfitta per introdursi nella vita pubblica di un paese LAICO! Non ce lo scordiamo! Lo stato pontificio, checché ne pensino Ruini e Nazinger, non esiste più! Non è detto che ciò che per la chiesa è peccato l’ordinamento giuridico lo debba considerare reato. Fra l’altro, uno stato in cui le leggi vengono stabilite o concordate con i capi della religione dominante si chiama teocrazia, ed è una caratteristica dell’Islam più estremo: Camerata Joseph, e le Crociate allora le facciamo solo quando ci pare? O la tua apertura verso le altre religioni significa che ‘sti quattro beduini che non mangiano maiale sono sì degl’infedeli ma sono bravi a gestire il potere religioso?
Personalmente mi ha dato molto fastidio che il presidente della conferenza episcopale si sia permesso di sindacare sulla costituzionalità delle leggi che il parlamento italiano produce o è chiamato a produrre; Rutelli, che dovrebbe essere di sinistra (ma davvero?), ha fatto sua la posizione della chiesa, che io non condivido; ma Rutelli è autorizzato a farlo, qualcuno l’ha (purtroppo!) votato, e sta lì a dire la sua. Niente da ribattere, tranne per il merito.
Molto da ribattere invece a questa chiesa oscurantista, che cerca di riconsolidare il proprio potere politico, di influenzare le decisioni di un parlamento, di indicare alla gente come, cosa, quando e per chi votare. Che poi votare è l’ultima cosa che c’è rimasta per farci sentire. Mi piacerebbe che una volta qualche parlamentare (possibilmente della sinistra) si mettesse che so, a dire che la disposizione tot e tot del catechismo contrasta con la Bibbia. O che la IOR (la banca del Vaticano) è azionista di Oto Melara, una delle più grandi fabbriche d’armi in Italia. Invece no, tutti stanno coi frati e zappano l’orto; si sa, la cicoria biologica sul pane ci sta molto meglio. Mi viene il dubbio che votare sia una soluzione. Forse, se vogliamo campare, più che dare i voti dobbiamo prenderli. Almeno che non siamo in democrazia ce lo dicono a chiare lettere e non stiamo lì a farsi prendere per il culo. E allora sondaggino nuovo di zecca.

Posted by .:[sundaydriver]:. :: 3:35 PM :: 2 Comments:

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15 settembre 2005

Un breve aggiornamento

Purtroppo il tempo che posso dedicare al blog ultimamente è molto scarso. Fra tesi, ricerche di Jof (ogni tanto continua ad arrivare qualche segnalazione), qualche visita a Sergio in ospedale e le attività quotidiane rimane mi veramente poco spazio per me. Allora mi concedo ora qualche minuto per un breve update della situazione.
Tesi: a quest’ora dovevo avere quasi finito e sono veramente indietro.
Jof: non pervenuto.
Sergio: nonostante le perplessità riguardanti il trasferimento da Roma, ora si trova a Pisa in ospedale e dovrà rimanerci non poco. È di umore fondamentalmente buono, positivo, sembra stia recuperando in fretta. Inutile addentrarsi in dettagli clinici.

Poi, in riferimento al post precedente, ho rivisto la pubblicità del famigerato numero: c’avete fatto caso che l’hanno cambiata? Alla fine scrivono che risponde una cosa che non è telecom, e i due vecchietti col cartello 12 e 412 che andavano in pensione sono spariti. Mi viene da pensare allora che il web sia ogni tanto un ottimo strumento di pressione per far sentire un po’ di voce indignata. Poi è chiaro, girano anche tante bufale, ma è bene che ci sia uno strumento di pressione in mano a chi lo usa per scopi positivi. Per questo aggiungo ora fra i link quello del blog di Beppe Grillo, che un po’ di gente la sputtana spesso e volentieri. E vi lancio anche un simpatico nuovo sondaggino. Magari stavolta rispondete più numerosi, che non costa nulla.

Risultati del precedente sondaggio: uno/a s’è divertito tantissimo, uno/a a fasi alterne, un altro/a ha passato la peggiore estate della sua vita e 2 mi hanno fatto notare che non sono domande da farsi.


Posted by .:[sundaydriver]:. :: 4:32 PM :: 2 Comments:

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07 settembre 2005

Il castoro padulo

Io Telecom Italia non l’ho mai avuta in grande simpatia, anzi. E il mio sentimento nei loro confronti non è cambiato di molto. Mentre i suoi notabili si riempiono la bocca di liberismo, concorrenza e quant’altro, l’azienda rimane arroccata su una posizione di oligopolio della telefonia fissa, che viene scalfita solo in parte da pseudo liberalizzazioni (insomma, il canone lo continuiamo a pagare). Poi è arrivata la liberalizzazione degli elenchi telefonici o dei cosiddetti servizi di directory. Ognuno in pratica può mettere su un impianto (call center, sito, pubblicazione cartacea ecc.) in cui fornisce numeri di telefono, indirizzi e tutte le informazioni che ritiene utili al pubblico. E questo servizio, come tutti i servizi, si paga. In questo caso, però, il rimedio (la concorrenza) è peggio del male (mono o oligopolio).

In Italia abbiamo il pronto pagine gialle (quello di Claudio Bisio) e c’erano il vecchio 12 e il 412. Poi sono arrivati quei due finocchiacci vestiti da castori in tutina rossa che ci hanno frantumato le palle tutta l’estate col numero magico 892892. Da come è strutturato lo spot che tutti noi abbiamo visto almeno una volta (colore rosso, vecchietto marchiato col 12 o il 412 seduto su una panchina), molti di noi hanno pensato che la Telecom avesse cambiato il numero di un servizio di pubblica utilità che tutti noi abbiamo utilizzato almeno una volta per cercare il numero di una amico, un ristorante, un albergo. Oddìo, loro non hanno mai detto di far parte di Telecom, ma non hanno mai neanche detto il contrario. Una volta gli ho chiamati, per sapere appunto il numero di un ristorante; l’operatore era molto gentile ma stranamente lento, mi chiedeva mille volte conferma dei dati, lo spelling del nome cercavo, insomma, ci ha messo cinque minuti buoni a darmi quello che volevo. Facciamo due conti. 12 eurocent alla risposta. 3 eurocent al secondo. 5x60=300 secondix3 centesimi= 900 centesimi. € 9,12 per avere un numero di telefono Per riportare il tutto a un’unità di misura universalmente utilizzata, proviamo a calcolare il costo all’ora dal telefono di casa. Un’ora fa 3600 secondi. 3600x3=10800 centesimi di euro, più 12 di risposta fanno 108,12€ l’ora. Mi sembra un po’ tantino. Tutto da telefono fisso, il cellulare costa parecchio di più. Su internet trovate tutte le tariffe. Per la cronaca il tutto è gestito da una azienda americana che si chiama InfoNXX, che sostiene di essere presente con tale attività “dagli Usa alle Filippine”; sicuramente hanno coglionato già diversa gente in Francia e Inghilterra; dal loro sito (www.892892.it) non è dato sapere però in quali altre parti del mondo questi signori svolgano la loro attività.

Telecom ha il suo numero, 892412, (l’892 è stato aggiunto per motivi di standardizzazione dei numeri telefonici a pagamento) che costa qualcosa di meno, ma neanche tantissimo (sto sempre parlando di telefono fisso), per cui neanche a loro va tanta mia simpatia (comunque dicono che i prezzi siano invariati rispetto a quando si chiamava 12 o 412). Se vi serve un numero quindi, collegatevi a www.paginebianche.it, che spendete solo il costo della vostra connessione; oppure divertitevi voi a cercare fra i siti delle associazioni consumatori qualcuno che ci faccia spendere meno per le chiamate da cellulare. Oh, io v’ho avvertito. Se anche voi avete voglia di svegliare un po’ la gente, fate girare la voce.

Ma cerchiamo di non farcela buttare tutti in quel posto, soprattutto da due orribili castori gay.


Posted by .:[sundaydriver]:. :: 11:52 AM :: 2 Comments:

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02 settembre 2005

Sondaggi: comunicazione di servizio

La casella dei sondaggi che sta a destra l'ho messa io, non è collegata a altri siti o pubblicità, non richiede dati personali, le domande le scelgo io e i risultati li possiamo vedere tutti noi visitatori di questo sito. Per cui votate, o proponetemi dei sondaggi più intelligenti di quello che ho messo ora per prova. E' un modo come un'altro di confrontarsi, in maniera totalmente anonima, nessun dato - tranne i risultati - verrà diffuso, ovviamente in forma aggregata (cioè le percentuali), e sempre tramite post su questo blog. Mi sembra un'idea carina per sapere cosa ne pensiamo su certe cose. Fine della comunicazione di servizio.
Heil Franz Josef, Heil Elisen, Segen Habsburgs ganzem Haus!

Posted by .:[sundaydriver]:. :: 12:06 PM :: 0 Comments:

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01 settembre 2005

Dio conservi, Dio distrugga!

L'orologio di sistema indica che è già settembre, e quindi è giusto inaugurare un nuovo mese con un nuovo post ora subito, ora che sono rientrato a casa dopo una serata fra amici che se avessi avuto la forza sarei andato in giro in moto fino all'alba e oltre, sarei arrivato chissà dove, se ne avessi avuto forza e coraggio. Fra tesi e blog ormai non mi addormento più senza pestare un po' di tasti. Fra le mie ricerche scopro che il mio destino era - senza che lo sapessi, ma questo è normale - segnato. Ho prestato servizio per quattro anni al 13° reggimento a Gorizia. La caserma dove lavoravo aveva un nome slavo, come me, Podgora, che evoca macelli di ragazzi italiani durante la Grande Guerra. E di Grande Guerra, seppure in modo particolare, mi occupo in questa breve tesi che sto scrivendo. Scrivo di Galizia, una terra che per chi è nato dove sono nato io evoca sempre qualcosa di mistico. A Cracovia, allora in Galizia, era stanziato il Feldmarschall Graf Guidobald Starhemberg Infanterie Regiment Nr. 13. Ho fatto servizio per quattro anni in un reggimento che aveva lo stesso numerico dei "Figli di Cracovia", così venivano chiamati loro (mentre dov'ero io ci chiamavano tutt'al più figli di puttana). E per di più in una città, Gorizia, che in quei tempi era parte dello stesso impero. Mi viene in mente solo una parola. Nostalgia. Per un sistema che non esiste più, per un mondo più difficile ma più vero. Per un entità statale che controllava tutto ma lasciava intellgentemente autonomia alle province. Per un sistema dove i giochetti di politica erano inutili. Non è "si stava meglio quando si stava peggio". E' "un tempo si stava meglio". E basta! Eppure non ne avrei mai tratto vantaggio da quel sistema; non sono convinto di rimpiangerlo, eppure era senz'altro migliore di questi teatrini; nonostante fosse una monarchia, dove i nobili che non si erano sputtanati tutti i soldi a troie e acquavite se la spassavano bene, c'era spazio per l'ingegno delle masse. Ha ragione il grande Joseph Roth (In La cripta dei cappuccini):

"...sono gli sloveni, i galiziani polacchi e ruteni, gli ebrei col caffetano di Boryslav, i mercanti di cavalli della Bacska, i musulmani di Sarajevo, i caldarrostai di Mostar che cantano il Dio Conservi".

Il Gott erhalte. L'inno nazionale dell'Impero che era tradotto in 21 lingue, e in ogni provincia dell'Impero era cantato nell'idioma locale.
Avrei molte altre cose da dire. Ma preferisco andare a letto con lo schifo di aver visto Prodi, Berlusconi e banda in televisione e rifugiarmi in quella dimensione dello spirito che ho cercato di descrivervi. Almeno quella è a prova di scippo e non c'è bisogno che mi confischino il motorino perchè porto la spesa, affinchè io mi senta sicuro.
E ora, oltre a incollarvi il testo in tedesco e italiano, vi mando anche il link di quello che più di tutti sento come mio inno. (potete cliccare qua sopra per scaricarlo oppure in fondo al post)



A POSTO. TUTTI A'TTENTI! PRESENTAT'ARM!

1. Gott erhalte, Gott beschütze
Unsern Kaiser, unser Land!
Mächtig durch des Glaubens Stütze
Führt er uns mit weiser Hand!
Laßt uns seiner Väter Krone
Schirmen wider jeden Feind:
Innig bleibt mit Habsburgs Throne
Österreichs Geschick vereint.

2. Fromm und bieder, wahr und offen
Laßt für Recht und Pflicht uns stehn;
Laßt, wenns gilt, mit frohem Hoffen
Mutvoll in den Kampf uns gehn!
Eingedenk der Lorbeerreiser
Die das Heer so oft sich wand:
Gut und Blut für unsern Kaiser,
Gut und Blut fürs Vaterland!

3. Was der Bürger Fleiß geschaffen
Schütze treu des Kaisers Kraft;
Mit des Geistes heitren Waffen
Siege Kunst und Wissenschaft!
Segen sei dem Land beschieden
Und sein Ruhm dem Segen gleich;
Gottes Sonne strahl' in Frieden
Auf ein glücklich Österreich!

4. Laßt uns fest zusammenhalten,
In der Eintracht liegt die Macht;
Mit vereinter Kräfte Walten
Wird das Schwere leicht vollbracht,
Laßt uns Eins durch Brüderbande
Gleichem Ziel entgegengehn!
Heil dem Kaiser, Heil dem Lande,
Österreich wird ewig stehn!

5. An des Kaisers Seite waltet,
Ihm verwandt durch Stamm und Sinn,
Reich an Reiz, der nie veraltet,
Uns're holde Kaiserin.
Was als Glück zu höchst gepriesen
Ström' auf sie der Himmel aus:
Heil Franz Josef, Heil Elisen,
Segen Habsburgs ganzem Haus!

6. Heil auch Öst'reichs Kaisersohne,
Froher Zukunft Unterpfand,
Seiner Eltern Freud' und Wonne,
Rudolf tönt's im ganzen Land,
Unsern Kronprinz Gott behüte,
Segne und beglücke ihn,
Von der ersten Jugendblüthe
Bis in fernste Zeiten hin.
[modifica]

Italiano ("Serbidíola")

1. Serbi Dio l'austriaco regno
Guardi il nostro imperator!
Nella fé che gli e sostegno
Regga noi con saggio amor!
Difendiamo il servo avito
Che gli adorna il regno crin
Sempre d'Austria il soglio unito
Sia d'Asburgo col destin.

2. Pia difesa e forte insieme
Siamo al dritto ed al dover;
E corriam con lieta speme
La battaglia a sostener!
Rammentando le ferite
Che di lauri ci coprir;
Noi daremo beni e vite
Alla patria, al nostro Sir.

3. Dell'industria a' bei tesori
Sia tutela il buon guerrier;
Incruenti e miti allori
Abbian l'arti ed il saper!
Benedica il Cielo e renda
Glorioso il patrio suol,
E pacifico risplenda
Sovra l'Austria ognora il sol!

4. Siam concordi, In forze unite
Del potere il nerbo sta;
Alte imprese fian compite,
Se concordia in noi sarà.
Siam fratelli, E un sol pensiero
Ne congiunga e un solo cor;
Duri eterno questo Impero,
Salvi Iddio l' Imperator!

FIANC'ARM! RI'POSO!

http://www.kuk-ir97.com/inno.mp3

Posted by .:[sundaydriver]:. :: 3:09 AM :: 2 Comments:

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