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.:[sunday driver]:.onde concentriche di idee che si propagano con impulsi elettrici...discussioni a distanza...guidando piano per godersi il paesaggio...lasciando che da dietro suonino i clacson 04 maggio 200626 anni faIl 4 maggio del 1980 moriva a Lubljana Jozip Broz detto Tito, "dittattore" della Jugoslavia. Uno dei pochi casi della storia in cui un "dittatore" viene ora rimpianto da una grandissima percentuale di giovani (e meno giovani) appartenenti alle repubbliche ex jugoslave. Da parte di tutti quelli che non sono riusciti ad arricchirsi con le guerre, e i conseguenti traffici, che hanno caratterizzato gli anni 90. Nella sola Bosnia Erzegovina, una delle repubbliche federali più martoriate dalla guerra civile, sono più di 11 le associazioni che in qualche misura ricordano la sua figura. Certo, il rapporto tra l'Italia e la figura di Tito è offuscato dai tragici fatti delle foibe e degli espropri in Istria e Dalmazia. Viene da chiedersi però come mai, allora, l'ex presidente jugoslavo sia stato insignito nel 1969 (quando, per intenderci, non erano certo i comunisti al governo) della Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana; ricevette le chiavi della città di Tokio e decorazioni al valore civile e militare da parte di svariati paesi occidentali come Danimarca, Francia, Norvegia, Gran Bretagna. Tito durante la seconda guerra mondiale marciò su Belgrado per arrivare a liberarla prima dei russi, e si dissociò dalla politica stalinista già nel 1948: senza di lui la cortina di ferro, quella vera, sarebbe stata molto più vicina all'Italia di quanto non lo sia realmente stata. Riuscì a tenere insieme un insieme di popoli molto diversi fra loro che devono alla sua politica una evoluzione economico sociale che era sicuramente molto migliore di quella dei paesi del patto di Varsavia negli anni bui del comunismo. Come ogni regime, quello titoista era fortemente repressivo con gli oppositori, testimone ne è il "lager socialista" di Goli Otok, isoletta dell'Adriatico dove venivano mandati in esilio e ai lavori forzati non solo gli oppositori del regime, ma anche i "disallineati" del partito. Nonostane tutto, il suo ricordo è molto vivo tra gli "slavi del sud", e negli anni scorsi si sono moltiplicate le manifestazioni nostalgiche e una sorta di revisione/riabilitazione di questo personaggio storico controverso e - a mio parere - spesso troppo frettolosamente accomunato ai vari Stalin, Honecker, Pol Pot e quant'altri. Su questo sito una ricca rassegna di materiale riguardante il Maresciallo Tito. |
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Das Leben ist ganz zu kurz, um schlechten Wein zu trinken
J.W. von Goethe